Per governare Roma servono idee chiare e progetti ambiziosi.
 
Con le banalità e i luoghi comuni non si può guidare la Capitale.
Ripartiamo da una grande intuizione di Rigenerazione Urbana e rifunzionalizzazione del patrimonio pubblico abbandonato: il recupero dello Stadio Flaminio.
Oggi un rudere abbandonato.
Domani un gioiello architettonico al servizio degli sport "minori" e un'opportunità di ricavo economico per il bilancio comunale.
Questo il contributo di Roberto Morassut sul progetto:
 
L’area di sedime del Flaminio ha una storia. Su quella impronta sono sorti, nel tempo, due stadi di calcio: il Nazionale poi ribattezzato Stadio Torino e poi, appunto, il Flaminio.
Si tratta di un’area di proprietà comunale di grande pregio, potenzialmente in grado di generare notevoli risorse a beneficio della collettività. Si tratta di un’area con una sua delicatezza ambientale ed archeologica e di un bene identitario, con una “vincolistica” complessa e assai rigorosa. Anche volendo immaginare un intervento di restauro conservativo o di semplice messa in sicurezza si dovrebbe predisporre un finanziamento realisticamente fuori dalla portata del Comune e delle sue priorità.
Cosa fare? Coinvolgere la città. Coinvolgerla, responsabilizzarla e sollecitare possibili investitori. Credo si possa immaginare questo percorso. Lanciare un progetto di architettura internazionale finalizzato alla rifunzionalizzazione dell’impianto e delle aree limitrofe – comunali – che dialoghi con l’Auditorium di Renzo Piano per ampliare il compendio culturale e creativo dell’ansa alle pendici dei Parioli.
Un progetto accompagnato da un piano finanziario che preveda una utilità per il bilancio comunale e che tenga conto delle coordinate di tutela attualmente esistenti.
Quel progetto potrebbe essere poi inserito nel piano investimenti del bilancio comunale come nuovo Project Financing dopo una fase di confronto partecipativo aperto con la cittadinanza.
Le risorse ricavate dall’operazione dovrebbero poi essere destinate alla realizzazione delle opere pubbliche di risanamento del quartiere (Villaggio Olimpico, Sottovia Nervi, plessi comunali sotto Villa Glori, asse di Via Guido Reni e altre ancora) che sono parte del Progetto Urbano Flaminio approvato dal consiglio comunale nel 2006 e mai attuato.
Altre valorizzazioni comunali a beneficio dell’intero settore urbano Flaminio potrebbero riguardare Piazza Mancini e le stesse aree sottostanti il Viadotto Nervi.
Pensare al futuro dello Stadio Flaminio appare impossibile senza un ragionamento organico sull’intero quartiere, una valutazione seria dei costi e dei benefici, delle procedure realistiche percorribili e del coinvolgimento attivo di chi vive in quei quartieri. Ma si può fare.